Domani giovedì 7 maggio si terranno le elezioni in Gran Bretagna. Elezioni che, mai come ora, non lasciano adito a previsioni certe.
Nello specifico, gli analisti dei mercati finanziari provano a capire quale futuro si delinea per gli investitori dalle urne più incerte della recente storia britannica. Insomma, ci sono sufficienti motivi per definire incerto l’esito: laBbc, che ha fatto la media di tutti gli ultimi sondaggi, pone i Conservatori al 34%, i Labour al 33%, poi Ukip al 18, LibDem all’8, Verdi al 5.
Su sondaggi e previsioni dei celebri bookmakers si sono esercitati anche Filippo Diodovich e Vincenzo Longo di Ig Markets, che facendo una media ponderata dei sondaggi degli istituti di ricerca e delle quote assegnate dai betting markets deducono che il partito che si aggiudicherà più seggi sarà (di poco) quello Conservatore, che però ha poche chances di andare a occupare il 10 di Downing Street. Lo scenario più probabile è piuttosto quello di un Parlamento appeso, che a sua volta rimanda a tre ipotesi da considerare: una coalizione di maggioranza, un governo di minoranza e nuove elezioni.
Con il bilancino elettorale, dall’analisi di Ig Markets emerge che il partito laburista di Ed Miliband abbia le maggiori probabilità di formare il nuovo governo, coinvolgendo lo Scottish National Party di Nicola Sturgeon (potenziale outsider delle urne) o i Liberal Democratici di Nick Clegg per costruire una coalizione o promuovere un governo di minoranza. L’ipotesi di avere un Parlamento appeso è condivisa anche dagli analisti di Nordea, che prevedono di lì un possibile esecutivo laburista con il supporto di quelle che- di fatto – sarebbero le minoranze uscite dalle urne. “Nelle ultime settimane”, ammonisce però Carlo Alberto De Casa di ActivTrades, “Miliband ha detto di non volere alleanze con gli scozzesi, se questi vorranno nuovamente un referendum per l’indipendenza nel giro di pochi anni”.