La ruota non gira a Siena, ed Mps continua a soffrire. La nuova grana arriva dritta dritta dal board di amministrazione della banca: riunitosi per la cooptazione e per la nomina di Marco Morelli in qualità di amministratore delegato del gruppo, l’istituto apprende delle dimissioni del presidente Massimo Tononi.
I vertici, incontratisi nella sede milanese della banca e chiamati a esprimersi sull’arrivo del numero uno di Bofa Merrill Lynch in Italia, ne hanno preso atto.
Tononi, il quale è anche presidente di Prysmian e in passato è stato banchiere d’affari presso Goldman Sachs e poi sottosegretario all’economia nel 2006 con il secondo esecutivo guidato Romano Prodi (di cui era stato assistente all’Iri nel decennio precedente), non aveva apprezzato, giovedì scorso, le modalità dell’uscita di Viola, capo-azienda dal 2012 e che attraverso una telefonata del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, era stato invitato a lasciare la banca.
Un’ingerenza, benché dettata dalla presenza del Tesoro nel capitale di Mps con il 4% (che ne fa il primo azionista) e dalla situazione più che critica legata alle difficoltà a reperire sino a cinque miliardi che servono per ricapitalizzare la banca dopo che avrà ceduto crediti inesigibili per 9,2 miliardi di euro.
Le dimissioni, come notifica un comunicato uscito al termine della riunione, saranno “a far data dalla conclusione dell’assemblea per l’approvazione delle attività propedeutiche all’implementazione dell’operazione presentata lo scorso 29 luglio al mercato”, che si svolgerà nei prossimi mesi. Secondo la nota, “la decisione è maturata, dopo aver coordinato il processo di nomina del nuovo amministratore delegato, a fronte del completamento della fase preliminare dell’operazione di rilancio della Banca che, con l’assemblea di prossima convocazione, prenderà definitivo avvio”.