La Grecia è in difficoltà e l’accordo sembra essere molto lontano. Ad incrementare le tensioni dei mercati sono le dichiarazioni del ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble e quelle del collega tedesco, Yanis Varoufakis.
Quest’ultimo ha detto che non si attende un accordo definitivo tra Atene e i suoi creditori alla prossima riunione dell’Ecofin fissata per l’11 maggio, alla vigilia di una cruciale scadenza di un credito del Fondo monetario internazionale. Il 12 maggio, infatti, le casse greche dovranno versare circa 760 milioni all’organizzazione guidata da Christine Lagarde, seconda parte di rimborsi per circa 1 miliardo che scadono nella prima parte di maggio. Lo stesso Varoufakis, parlando da Bruxelles dopo un incontro con il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che “l’11 maggio ci saranno sicuramente discussioni proficue che confermeranno i grandi progressi fatti e verrà fatto un ulteriore passo verso un accordo finale”.
Il problema è che le casse greche sono a corto di liquidi e si teme che un mancato rimborso faccia scattare conseguenze legali per Atene. Alcuni analisti ritengono sempre possibile entrare in un periodo di grazia, che di fatto sterilizzerebbe la posizione greca per un mese abbondante, ma lo spettro del default tecnico resta dietro l’angolo.
Il Brussels Group, l’erede della Troika, sta accelerando la corsa per riuscire a presentare ai ministri finanziari che si riuniranno lunedì prossimo nella capitale belga i vari elementi del pacchetto di riforme che la Grecia dovrà successivamente dettagliare sia per l’impatto sull’economia e le finanze pubbliche sia con misure e tempi di attuazione. Stando a fonti Ue, questo potrebbe essere il primo gradino per arrivare successivamente a un accordo. Il commissario Moscovici ha detto che lunedì si spera di avere sul tavolo “un programma coerente, completo e dettagliato”.