La settimana entrante si spera sia migliore di quella conclusa il 7 febbraio. La Grecia, infatti, ha dovuto fare i conti anche con Standard&Poor’s che ha deciso di declassare lo Stato perché il rischio di default è sempre più concreto. Ci si aspetta quindi un’inversione di tendenza e sarà cruciale la riunione straordinaria dell’Eurogruppo.
La BCE ha bocciato la Grecia e Oltreoceono l’agenzia di rating Standard&Poor’s ha deciso di seguire le orme della banca centrale europea rivedendo al ribasso il rating del debito sovrano greco, abbassandolo da B a B-, appena dopo la vittoria di Tsipras. L’outlook di S&P’s è negativo.
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La decisione dell’agenzia di rating stupisce perché arriva poco dopo l’altro giudizio di segno opposto che era stato dato meno di 5 mesi fa, il 14 settembre. All’epoca il rating era stato portato da B- a B con outlook positivo. A settembre si era pensato di premiare lo sforzo che la Grecia stava facendo per risanare i conti, rispettando gli impegni presi con la Troika.
Il dopo Tsipras, però, ha fatto tornare sui suoi passi l’agenzia di rating perché il nuovo premier greco ha subito annunciato di voler contrastare l’austerity imposta dall’Europa. Una decisione arrivata dopo quella della BCE di non accettare più titolo di stato greci a garanzia di nuovi prestiti.
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A questo punto, vista la complessità della situazione, gli investitori sono con il fiato sospeso e tutte le speranze sono risposte nel raggiungimento dell’accordo con l’Eurogruppo al fine di avere un programma più solido di finanziamento con creditori. Il rischio adesso è di avere i capitali che fuggono all’estero e il rifiuto di nuovi finanziamenti. Ripagare i debiti, così, sarebbe troppo difficile e già a fine febbraio il Paese potrebbe trovarsi sull’orlo della bancarotta senza i 4-5 miliardi di euro di cui ha bisogno.