Alexis Tsipras cerca di negoziare con la Ue senza però ridurre le proprie richieste. Il ministro delle finanze resta un asset importante per il paese e le trattative le fanno le idee e non gli uomini. Questo il suo pensiero.
Lo stallo delle ultime settimane, questo Tsipras lo sa bene, sta spingendo il paese nella recessione. E visto lo stato delle casse di Atene, vuote, è opportuni arrivare a un accordo in tempi stretti. Così, Grecia e Ue sembrano vicinissime a un’intesa di base. Si spera al più tardi entro la fine della prossima settimana, termine ultimo il nove maggio. Due giorni prima, non a caso, della scadenza di un prestito da 800 milioni con l’Fmi che la Grecia, secondo molti osservatori, avrebbe difficoltà a pagare.
Non sarà facile ed è chiaro anche al premier che ieri non ha risparmiato critiche durissime a creditori e opposizione salvando solo Angela Merkel (“ora che l’ho incontrata ho capito perché è leader da così tanto tempo”). Il nuovo team di negoziatori guidato da Euclid Tsakalotos, moderato viceministro degli esteri più gradito a Bce, Ue e Fmi, metterà a punto già stasera una legge omnibus sulle riforme da presentare a Bruxelles. “Siamo lontani ancora su privatizzazioni, lavoro e pensioni – ha precisato Tsipras -. Se alla fine le condizioni poste saranno oltre le “linee rosse” che ci siamo dati con il programma elettorale convocheremo un referendum”. Non elezioni, dunque, ma una consultazione popolare, malgrado i dubbi dei costituzionalisti secondo cui la Carta greca non prevede ipotesi di questo tipo per leggi di bilancio.
L’unico passo indietro del presidente del Consiglio sui suoi impegni elettorali è quello relativo all’abolizione della tassa unica sulla casa, che potrebbe slittare al 2016.