Grecia, il Parlamento approva il secondo pacchetto di riforme

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Qui Grecia. Il governo Tsipras supera anche il secondo ostacolo sulla strada che porta al nuovo piano di aiuti europeo e diminuisce, seppur lievemente, la ‘ribellione’ all’interno del partito di Syriza, portando dalla sua parte persino l’irriducibile Varoufakis, guerriero principale della battaglia all’austerità targata Bruxelles.


Atene dice sì al secondo pacchetto di riforme richieste dai creditori internazionali per cominciare nuovamente i negoziati sul piano di salvataggio da 86 miliardi. Al termine di un dibattito protrattosi fino a tarda notte, l’esito del voto certifica 230 sì, 63 no, 5 astenuti. Tsipras incassa questo nuovo successo e soprattutto scongiura l’ulteriore indebolimento del suo partito, Syriza, che aveva già registrato l’uscita dell’ala più radicale dopo il voto sulle prime riforme, la settimana scorsa. Votano no soltanto in 36, rispetto ai 39 che si erano opposti la prima volta.

Tra i sì, a sorpresa, anche l’ex ministro delle Finanze, anche se si tratta di un appoggio solo per fare guadagnare tempo al governo nella trattativa con i creditori, come ha precisato lui stesso.

Tra i no di maggior peso venuti dalle file dei dissidenti di Syriza, quello della presidente del Parlamento, Zoe Konstandopulu, che ha marcato ulteriormente la sua distanza rifiutandosi di presiedere la seduta. A favore delle riforme si sono espresse anche le opposizioni: conservatori, liberali e socialdemocratici hanno appoggiato la legge, come avevano già fatto con il primo pacchetto.

Sul tavolo, in Parlamento, c’erano le modifiche al codice di procedura civile e l’adozione delle regole europee sulla risoluzione delle banche in fallimento. Il sì a queste riforme consentirà di avviare il negoziato con la ex Troika (Ue, Bce e Fmi) e chiudere un accordo sul piano di salvataggio entro la scadenza del 20 agosto, quando Atene dovrà restituire 3,2 miliardi alla Banca Centrale Europea.

 

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