Una crisi lunga sei anni, fatta di momenti di sconforto dal punto di vista umano ed economico. Un quarto del Prodotto interno lordo andato perso. Oggi, qualcosa, finalmente, si muove per l’uscita dal tunnel. La Grecia risale la testa, grazie alla cura austerity promossa dai tre governi che si sono succeduti. In mattinata, è stato presentato in Parlamento dal vice ministro delle Finanze Staikouras un documento-bozza della Finanziaria ellenica. L’anno prossimo, in base a tale documento, il Pil dovrebbe crescere del 2,9%. Le percentuale è di pochissimo inferiore all’obiettivo indicato da Unione europea e Fondo monetario internazionale nel piano di salvataggio da 240 miliardi di euro formalizzato dai creditori internazionali.
In base al piano, il Paese prevede di erogare titoli di Stato a sette e 10 anni unitamente ad un titolo a breve termine con scadenza di oltre sei mesi, che è tuttora il periodo massimo.
Nel contempo, stando sempre alla bozza della Finanziaria la cui discussione in Parlamento si concluderà mercoledì, nel 2015 la disoccupazione dovrebbe diminuire di due punti al 22,5% dal 24,5% (in media) di quest’anno. Per il debito si attende invece una diminuzione al 168% del Pil dal 175% di quest’anno. Il vice ministro si è così espresso:
Il Paese sta entrando in un lungo periodo di crescita sostenibile e di eccedenze del bilancio primario che rilancerà l’occupazione, ridurrà la disoccupazione e migliorerà la qualità di vita di tutti i cittadini. Questo è il risultato dei sacrifici senza precedenti fatti dalle famiglie e dalle imprese greche. Ma i sacrifici non saranno sprecati.
Il governo di Atene, dunque, è ottimista anche se i creditori europei non hanno ancora accettato il programma del capo del governo Samaras per uscire dal piano di salvataggio entro fine 2014.