La Grecia sta approntando un piano da 12 miliardi di euro per le riforme riforme, da completare nei prossimi due anni: sono le proposte di Alexis Tsipras che i creditori internazionali dovranno valutare e approvare, così da consentire ad Atene di accedere al terzo piano di salvataggio dallo scoppio della crisi.
Effettuate le proporzioni con il Pil, è come se l’Italia mettesse sul piatto interventi da un centinaio di miliardi. Sullo sfondo, resta l’esigenza di ristrutturare il debito per la quale spingono sia il Fmi che la Casa Bianca, in cerca di soluzioni definitive alla crisi ellenica. “Siamo pronti a fronteggiare tutti gli scenari, ma lavoriamo affinché si affermi lo scenaio A”, dicono dalla Commissione europea mentre contano le ore che separano il piano greco da Bruxelles. “Se ci sono proposte realistiche e concrete dalla Grecia, ci vorranno anche proposte dei creditori sulla sostenibilità del debito. Altrimenti, continueremo la danza mortale”, aggiunge il Presidente del Consiglio, Donald Tusk. Si definisce intanto il programma dell’ennesimo fine settimana di fuoco: sabato pomeriggio alle 15 ci sarà un Eurogruppo, l’indomani un Eurosummit con inizio alle 16, che sarà seguito alle 18 dal Consiglio europeo dei 28 paesi dell’Unione. La vicenda è monitorata da vicino dal Fmi, che sottolinea come un contagio globale sia per ora scongiurato.
I piani di riforma per i creditori. Secondo quanto riporta il quotidiano ellenico Kathimerini, nel documento che deve arrivare sul tavolo Ue entro la mezzanotte di oggi ci sono più riforme di quelle pronosticate alla viglia, ma anche un dipinto tragico dell’attuale congiuntura greca: a fronte di una crescita preventivata dello 0,5% – quest’anno – il Pil dovrebbe contrarsi del 3%, a causa delle incertezze e turbolenze degli ultimi tempi. C’è quindi bisogno di intervenire e le bozze che circolano parlano di misure incisive, mentre si studia la riorganizzazione del sistema bancario, colpito in alcuni casi a morte dalla crisi degli ultimi giorni. In Italia, il ministro Pier Carlo Padoan torna a rassicurare il Senato: “Non siamo nel 2012, Italia più forte. Ma in Europa bisogna accrescere il capitale di fiducia”.