Grecia, Tsipras contro oligarchia

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Alexis Tsipras è in attesa di incontrarsi con Angela Merkel per un meeting importantissimo dal quale potrebbe dipendere il destino della grecia.

Nel frattempo, il governatore ellenico punta il dito contro gli oligarchi del suo Paese, usciti finora sostanzialmente illesi dalla crisi greca. Il tribunale di Atene ha arrestato Leonidas Bobolas, rampollo di una delle più potenti dinastie nazionali e amministratore delegato della Ellaktor. L’accusa è di evasione fiscale di quasi 2 milioni di euro e sarebbe emersa da un’analisi accurata dei movimenti sui conti correnti della cosiddetta Lagarde List, l’elenco di oltre 2mila contribuenti ellenici che in passato hanno parcheggiato le loro ricchezze nella filiale svizzera della banca Hsbc. Lo Stato avrebbe chiesto nei giorni scorsi il pagamento della cifra a Bobolas che avrebbe detto di no, facendo scattare le manette. Nel pomeriggio, dopo aver pagato una multa da 1,8 milioni, è stato rilasciato.
Il governo Syriza ha accusato in più occasioni l’esecutivo di Antonis Samaras di non aver indagato sui nomi inclusi nella lista consegnata ad Atene dal numero uno del Fondo Monetario Internazionali. Nei due anni d’esecutivo di centrodestra sarebbero stati infatti recuperati dalle indagini sul “tesoretto ellenico” all’estero solo pochi milioni. L’arresto di Babolas è mediaticamente un evento molto significativo.

La sua famiglia è considerata una di quelle davvero intoccabili nell’estabilishment nazionale, difesa dallo scudo stellare delle sue partecipazioni nel settore dei media: il capostipite George è il primo azionista del canale televisivo Mega, la più grossa tv privata del paese in grado di spostare molti voti durante le campagne editoriali. Tra le partecipazioni di casa Bobolas c’è anche il quotidiano Ethnos e la Ellaktor, un colosso delle costruzioni da 1,3 miliardi di euro che ha fatto diversi affari con lo Stato, tra cui la tangenziale di Atene.

 

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