I greci vogliono desiderano nell’euro, tuttavia a 48 ore dal voto di domenica sono ancora indecisi tra il “sì” e il “no” alle proposte dei creditori per continuare sulla strada degli aiuti.
In base alle ultime stime del Fmi occorrono almeno altri 50 miliardi di euro per fare fronte a un debito ormai insostenibile. Il referendum di domenica, però, si trasformerà in un voto di fiducia sul governoTsipras che in una tornata elettorale organizzata in una settimana si gioca molto del proprio futuro.
Negli ultimi sondaggi locali i “sì” salgono al 44,8%, mentre i “no” arretrano al 43,4%, ma i gli indecisi sono ancora moltissimi e probabilmente saranno proprio loro a condizionare il risultato di domenica sera. E’ significativo, però, che il 74% dei greci voglia restare nell’Eurozona mentre solo il 15% sogna il ritorno alla dracma. Per Bloomberg, invece, i “no” sono ancora in tesa con il 43% dei voti, contro il 42,5% dei “sì” e il 14,5% di indecisi. Confermato il consenso schiacciante alla domanda sulla permanenza nell’euro. L’81% del campione vuole rimanere nell’area euro e solo il 12% è favorevole a tornare a una valuta nazionale.
Se vincesse il “Si” il ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis e probabilmente il premier Alexis Tsipras darebbero le dimissioni.
Proprio questi, in tv, ha detto: “Non bisogna trasmettere ai cittadini allarmismo. Avremo un accordo 48 ore dopo il referendum. Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci hanno proposto o uno migliore. Quanto più forte sarà il ‘no’, migliore sarà l’accordo”. Un accordo che deve contenere una soluzione percorribile, ossia deve prevedere la ristrutturazione del debito greco. Se invece vincerà il ‘sì’, ha spiegato il premier, “avremo un accordo non sostenibile. Rispetterò il risultato sia quel che sia e avvierò i procedimenti previsti dalla Costituzione”.