Sarebbe dovuto entrare in vigore già da qualche tempo, ma il redditometro, lo strumento del quale si è dotata l’Agenzia delle Entrate per combattere l’evasione, nella sua prima versione è stata molto contestato, tanto da indurre i suoi creatori a rivederne il funzionamento e renderlo più leggero.
Dopo le modifiche apportate il Redditometro è entrato in vigore e ora l’Agenzia delle Entrate sarà in grado di stimare i redditi degli italiani e di confrontarli con le relative spese, al fine di capire chi dichiara al fisco il giusto reddito e chi, invece, dichiara di meno pur percependo redditi alti.
Lo strumento è stato approntato in modo da tener conto, nel raffronto tra redditi dichiarati e spese sostenute, delle classi di reddito e delle differenze territoriali tra Nord e Sud e tra città metropolitane e piccoli paesi.
Inoltre il Redditometro sarà aggiornato ogni due anni sulla base della rivalutazione dei prezzi al consumo, con i dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica.
Secondo gli intenti dell’Agenzia delle Entrate il Redditometro non deve essere considerato una sorta di strumento punitivo, ma un deterrente che dovrebbe spingere le famiglie a dichiarare spontaneamente il loro reddito e il loro tenore di vita. Infatti i controlli del Fisco scatteranno solo se lo scostamento tra reddito dichiarato e tenore di vita supera la soglia del 20% e per due anni consecutivi.
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