La nuova Tassa sui Servizi Indivisibili presenta non poche difficoltà di applicazione, nonché numerose agevolazioni. La Tasi, addizionale dell’Imu e sostitutiva della maggiorazione Tares, è comunque un’imposta dai mille volti. Prevede calendari locali a geometria variabile e numerosi elementi da tenere altamente in considerazione.
Non è una tassa che va in autoliquidazione, per tale ragione i contribuenti dovranno attendere l’invio dei modelli precompliati di pagamento per saldare il proprio ‘debito’. Questo sta a significare che l’ente ha l’esatta conoscenza dei soggetti passivi e dei tetti imponibili. Per tale ragione sarebbe necessario un programma (un software) che riesca a tenere in considerazione tutti i dati e integrare i nuovi per tenere sotto controllo sempre gli identificativi catastali con gli identificativi degli occupanti. Non bisogna poi dimenticarsi che la dichiarazione va presentata entro il 30 giugno 2015. Nel 2014, però, dovrebbero essere inviati i modelli precompilati di pagamento.
I contribuenti, dunque, sono già in attesa dei bollettini. A prima vista sembra che la gestione del nuovo tributo sui Servizi Indivisibili sia lineare. In realtà, si tratta di un’operazione complessa. I contribuenti non hanno ancora chiaro il peso fiscale. La Tasi, infatti, ha un’incidenza diversa in base alla diversità tra l’essere utilizzatori dell’immobile (inquilini) o possessori dell’immobilie (proprietari).
Rimane, pertanto, da comprendere in che maniera gli enti sceglieranno di tenere in consideraizone la diversa incidenza fiscale. Come verrà ripartito il tributo tra inquilini e proprietari? Il primo dovrebbe essere contemplato nella misura che sta tra il 10% e il 30%. Il resto dovrebbe essere a carico del proprietario. Se parliamo di abitazione principale, la Tasi è a carico del proprietario.