La valorizzazione d’onore è stata concepita per la concessione gratuita di strutture da parte dell’Agenzia del Demanio (in virtù del trasferimento consentito del Ministero della Difesa) a coloro i quali intendono (tramite un progetto) valorizzarle. Il limite massimo di gestione di questi spazi, oltre 700 da qui al 2019, è di dieci anni. Ogni immobile sarà concesso nello stato di fatto e di diritto in cui si trova e nel rispetto delle volumetrie esistente.
Alla concessione possono ambire sia enti pubblici che enti privati, a patto che abbiano i requisiti economici ed imprenditoriali idonei per rilevare gli spazi. Requisiti che sarà possibile ottenere mediante un piano di utilizzo finanziato alla valorizzazione del bene.
> Guida alla valorizzazione d’onore
Occorre dunque soffermarsi sul concetto di valorizzazione. Un concetto ampio, al momento, almeno fino a quando i bandi non lo restringeranno entro determinati vincoli. L’immobile dunque può essere adibito ad uso sociale, o a uso privato. Rimane però fondamentale, prima della concessione, la destinazione che se ne intende fare. I privati con determinate finalità dovranno infatti raggiungere un accordo con il Comune.
Per tale ragione, il patrimonio militare messo a disposizione dalla Difesa al Demanio non rientra nei piani urbanistici degli enti locali. Si tratta di spazi che non vengono contemplati dalla pianificazione comunale. Quando perderanno la funzione militare, acquisendo quella civile, dovranno contemplare una destinazione d’uso.
Non si tratta, pertanto, di una prassi semplice. Questo problema è tuttavia in fase di risoluzione, dal momento che si parla di 432 beni liberi entro i prossimi anni successivamente al taglio degli organici militari.