Impossibile confondere una borsetta griffata Yves Saint Laurent con una borsetta firmata H&M.
Malgrado i modelli si somiglino e la registrazione del disegno della casa transalpina sia successivo a quello del gruppo nordico, il Tribunale dell’Unione europea ha respinto il ricorso del brand “low cost” confermando la decisione dell’Uami, l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno.
Motivando la sua decisione la Corte di Lussemburgo ha messo in evidenza che “le borse della YSL si differenziano da quella della H&M per tre caratteristiche che influenzano in modo decisivo il loro aspetto visivo globale, vale a dire la forma generale, la struttura e la finitura superficiale della borsa”.
La guerra giuridica tra i due giganti dell’abbigliamento era partita nel 2009 quando H&M chiese all’Uami la “chiarazione di nullità dei disegni o modelli registrati dalla Ysl” nel 2006 perché – di fatto – ricalcavano un suo modello anteriore. L’Ufficio comunitario ha però respinto i ricorsi spiegando che sebbene i disegni “abbiano caratteristiche comuni, le differenze relative alla forma, alla struttura e alla finitura superficiale hanno un ruolo determinante nell’impressione generale suscitata da tali borse”. Inoltre, l’Uami ha rilevato che “il margine di libertà dell’autore era ampio, ma che, nel caso di specie, non eliminava, dal punto di vista dell’utilizzatrice informata, le differenze significative che distinguevano le due borse di cui trattasi”. In sostanza per l’Uami nessuno potrebbe acquistare una borsetta di H&M convinto che sia di Yves Saint Laurent e viceversa.
Inutile, quindi, il ricorso di H&M al Tribunale Ue che oggi ne ha respinto le richieste confermando la valutazione dell’Uami “secondo cui i disegni o modelli della Ysl suscitano, pertanto, nell’utilizzatrice informata un’impressione generale diversa da quella prodotta dal disegno o modello della H&M”.