Dopo l’ammissione che il governo non riuscirà a centrare gli obiettivi di bilancio nel 2014 e dopo aver dimezzato le stime sulla crescita economica, il ministro delle Finanze francese ha lanciato un appello a Draghi, perché faccia tutto il possibile per rilanciare una ripresa ormai troppo lontana.
Draghi dovrebbe utilizzare “tutti i mezzi a disposizione per combattere la deflazione e portare l’euro su un livello più competivo”. Il che significherebbe una svalutazione massiccia. La Bce ha già assicurato che riverserà nel settore bancario dell’area euro un’ altra ondata di liquidità a tassi vantaggiosi per un totale di 400 miliardi di euro. L’intento rimane quello di spingere le banche a prestare denaro alle piccole imprese e famiglie.
> In che modo il programma “Tltro” della Bce, aiuterà le famiglie e le imprese
Intanto i dati troppo deludenti di Francia e Germania mettono Draghi in una posizione molto scomoda. Ad oggi due terzi del blocco a 18 è in recessione, sul margine di una recessione o ha in ogni caso subito una contrazione nel secondo trimestre. Non è più possibile a questo punto parlare di ripresa. Draghi deve fare di più e passare a un quantitative easing all’europea, quindi acquistare bond governativi e altri titoli per sostenere le attività. E lo stesso Draghi non ha escluso questa soluzione.
Anche se più volte ha fatto capire ai governi maggiormente in difficoltà che il cambiamento di direzione per uscire per sempre dalla crisi è quella di effettuare riforme strutturali per rilanciare la crescita e gli investitmenti. E questa, purtroppo, non è sicuramente un’area in cui Francia e Italia eccellono.