I conflitti e le violenze sociali di cui Air France è stata oggetto non riflettono lo stato della Francia. Ad assicurarlo è il presidente, Francois Hollande.
Alcuni osservatori secondo l’inquilino dell’Eliseo vogliono sempre vedere una pentola che bolle ed esplode. Tuttavia, il conflitto ad Air France non rappresenta lo stato della Francia. Secondo Hollande non bisogna generalizzare su quello che è accaduto ad Air France. “Dobbiamo vivere – suggerisce – in un paese pacifico. Ci sono sempre conflitti… Ma come superarli? Con la pacificazione e il dialogo”.
Appare opportuno fare un passo indietro e ricordare i fatti salienti che hanno caratterizzato questa spinosa vicenda. Lo scorso 5 ottobre Air France ha annunciato un piano per tagliare 2.900 posti nel 2016-17, dopo la rottura con i piloti sull’allungamento dell’orario di lavoro. La proposta ha scatenato la violenza di alcuni addetti, che hanno aggredito alcuni top manager, tra cui il responsabile delle relazioni umane Xavier Broseta, uscito senza camicia dalla riunione della direzione.
Cinque addetti della compagnia sono stati arrestati per quei fatti e affronteranno un processo il 2 dicembre per rispondere delle loro azioni. Secondo Hollande i licenziamenti alla compagnia aerea possono ancora essere evitati “se i piloti faranno quello che è necessario, se il management farà delle proposte, se il personale di terra riconoscerà certe realtà”.
L’uscita dell’inquilino dell’Eliseo arriva all’indomani delle dichiarazioni del ceo dell’aviolinea, Alexandre de Juniac, sempre alla radio francese. Il piano di ristrutturazione, il cosiddetto ‘piano B’ che è stato annunciato dopo il fallimento della trattativa con i piloti di Air France, “non è sospeso” anzi “è già stato avviato per il 2016.