A partire da mercoledì scorso le amministrazioni comunali hanno iniziato ad organizzarsi per il futuro pagamento della Tares. E’ stato loro consentito l’ accesso, infatti, alle banche dati catastali, attraverso le quali gli amministratori locali potranno verificare la veridicità dei dati forniti dai contribuenti in merito alle metrature delle abitazioni.
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Nel frattempo, tuttavia, il Governo sta ancora riflettendo sull’ aspetto e sull’ assetto definitivo della tassa, i cui parametri saranno probabilmente noti solo a riforma IMU completamente ultimata – e cioè poco prima dell’ autunno.
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Ad ogni modo, già la legge istitutiva della Tares, il decreto salva-Italia del dicembre 2011, prevedeva che vi fosse in fase attuativa uno scambio di informazioni tra l’ Agenzia delle Entrate e le amministrazioni locali, al fine di ridefinire gli effettivi parametri.
La novità del periodo è, infatti, che questa operazione potrà contribuire ad una nuova definizione dei dati catastali, che saranno soggetti, come annunciato, da qui a breve, ad una generale riforma, che comporterà l’ espressione non più dei vani degli edifici ma dei metri quadrati.
I Comuni, dunque, in molti casi hanno già accesso ai dati aggiornati, espressi in metri quadri, mentre per le altre verrà calcolata una superficie convenzionale. Le amministrazioni possono infine far riferimento ai valori di mercato.