Il nostro paese sta migliorando la sua posizione economica ed ha anche recuperato la stabilità politica che molti investitori auspicavano da tempo. Eppure c’è qualcosa che non convince del tutto e si comincia a pensare alle possibili ricadute economiche di un crollo del governo.
A lanciare l’allarme ci ha pensato l’associazione degli artigiani di Mestre, la CGIA. Quest’associazione spiega che il governo, dopo il downgrade delle agenzie di rating e dopo le ultime minacce legate ad un ulteriore possibile declassamento, deve affrontare dei nodi importanti.
►Un’impresa su tre chiude i battenti
Non è soltanto arrivato il momento delle riforme che dovrebbero mettere ordine nel mondo del lavoro e lenire la piaga della disoccupazione giovanile. Adesso si stratta di riformare le tre imposte più urgenti: l’IMU, la Tares e l’IVA.
L’IMU è il campo di battaglia dei partiti politici ed oggi è all’esame del ministro delle finanze che propone delle soluzioni alternative per fare in modo che non si abolisca questa imposta che condannerebbe il paese ad una nuova fase di recessione.
►Nuove proposte sull’IMU da Saccomanni
Si deve decidere quindi se e come procedere con l’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto senza danneggiare i consumi italiani. In più bisogna capire bene cosa includere nella Tares. La riforma di queste imposte, però, non deve mettere in difficoltà il governo, o renderlo meno stabile, perché se il gabinetto Letta dovesse vacillare, per gli italiani ci sarebbe lo spettro di nuove tasse.
Si parla di 7 miliardi d’imposte in più: impossibili da digerire con la peggiore delle austerity.