Il presidente dell’organizzazione giovani industriali, Marco Gay, che ha aperto il convegno annuale dell’associazione a Santa Margherita Ligure ha precisato che i giovani di Confindustria hanno fiducia in Renzi, ma «è una fiducia che si misurerà sulle capacità di rispettare gli impegni». Il risultato delle elezioni europee, ha detto Gay, è «un voto che grida cambiamento e responsabilità». «L’Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere tempo», ha continuato, «e noi Giovani imprenditori siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte, ma insieme possiamo arrivare più lontano».
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I Giovani imprenditori chiedono al governo «una politica industriale ambiziosa e coerente» e «una prospettiva progettuale e decennale, perché chi fa impresa ha bisogno di orizzonti più ampi per investire». Confindustria, ha proseguito Gay, farà la sua parte estromettendo chi delocalizza soltanto per sfruttare manodopera a basso costo e «non accetta che il legittimo profitto sia indissolubilmente legato al territorio che lo genera». «La delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma che vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata oggi non può più essere considerata una qualsiasi opzione imprenditoriale», ha precisato.
Guerra anche alla corruzione, poiché l’Italia deve «pulire la fedina penale del Pil» per riguadagnare credibilità internazionale: « chi corrompe esca dalla nostra Associazione, vogliamo un sistema che non tollera i corrotti e i corruttori», perchè «gli imprenditori onesti hanno tutto l’interesse a che il sistema economico sia sano». Perchè rientrino in Italia le imprese che in passato hanno delocalizzato, Confindustria propone «un vantaggio fiscale non inferiore al 50% del costo del lavoro per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato».