Anche i militari andranno in pensione anticipata

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 Napolitano ha firmati il testo della riforma della Pubblica amministrazione. Resta soltanto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo. D’altra parte la Ragioneria generale dello Stato, osservato uno degli snodi più delicati, aveva dato il via libera al provvedimento messo a punto dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. Tra i principali nodi quello dei militari che andranno in pensione prima rispetto al resto degli statali, tra i 60 e i 62 anni. Per loro non è previsto il trattenimento in servizio, cioè la possibilità di restare per altri due anni raggiunta l’età pensionabile, ma c’è un istituto simile: il collocamento in ausiliaria.

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In realtà è la stessa cosa, ma può durare fino a 5 anni. Molti generali e colonnelli ai vertici del sistema della difesa sono pensionati richiamati in servizio. Napolitano  ha chiesto di evitare che l’eliminazione del trattenimento mettesse a repentaglio queste posizioni considerate molto delicate. Il governo ha accolto  solo in parte, la proposta. Ai militari sarà accordata la stessa «eccezione» dei giudici. Potranno restare sì in servizio, ma solo fino al 31 dicembre del 2015, poi saranno obbligati ad andare in pensione. In merito ai magistrati il governo Renzi non ha ceduto alle proteste e agli allarmi posti dalla categoria che ha paventato il rischio di lasciare vuoti più di 400 posti mettendo a rischio i processi.  Il testo finale del provvedimento conferma l’abbassamento da 75 a 70 anni dell’età di pensionamento dei giudici lasciando, come per i militari, un periodo di transizione fino al 31 dicembre del 2015.

 

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