In un momento storico in cui il credit crunch è la parola d’ordine del settore creditizio, è molto difficile trovare in giro dei mutui che vadano a coprire il 100 per cento delle spese sostenute dai debitori. Insomma, i mutui al 100% si può dire che non esistono più.
► Il credit crunch è più soft per il nostro paese
Resistono soltanto quelle banche che hanno un po’ di liquidità da parte e possono permettersi il lusso di guadagnare denaro correndo dei rischi maggiori rispetto agli istituti di credito tradizionali. In effetti, la parabola stessa del loan to value è discendente ed oggi le banche, anche per concedere prestiti all’80 per cento del minore tra il prezzo d’acquisto e il valore di perizia, chiedono numerose garanzie.
Garanzie che spesso si traducono nella sottoscrizione di una polizza assicurativa. Il nuovo regolamento Ivass ha disposto che tali polizze non siano obbligatorie ma in casi particolari come il mutuo al 100 per cento, diventano nella pratica necessarie.
Ad un livello che potremmo definire “culturale”, tra l’altro, i mutui al 100 per cento si legano alla questione dei mutui subprime. Questi ultimi, che hanno tanto condizionato il panorama americano, sono finanziamenti concessi anche a soggetti che di regola, non possono accedere al mercato standard. Molte banche sono fallite proprio per causa dei mutui subprime.
AIG farà causa al governo americano?
A livello di costi, i mutui al 100 per cento sono erogati a tassi mediamente “aumentati” di 0,50 punti percentuali.