Comprare casa nel nostro Paese è certamente un investimento, soprattutto se si riesce a centrare l’affare magari in qualche centro storico di pregio. Si tratta di un’eventualità, però, troppo legata ai soldi stranieri, perché poi, chi in Italia deve accendere un mutuo si trova davanti a tariffe inspiegabili.
Il settore immobiliare come tutta l’economia ha subito una brutta battuta d’arresto ma il Governo aveva fatto pensare che nel nostro Paese ci fossero degli ottimi margini di miglioramento. La realtà è che a distanza di un anno la situazione non è affatto cambiata e chiedere un mutuo agli istituti di credito nostrani è proibitivo. I mutui tricolore costano più che nel resto dell’Eurozona.
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Si pensi soltanto che il tasso d’interesse più elevato in Europa è del 2,7% che è 36 punti base meno del tasso medio italiano che sfiora il 3,07%. Di fronte a questi dati gli italiani si sentono scoraggiati e considerano l’opportunità di scegliere delle banche online per accendere mutui e prestiti. Riversarsi sulla rete sembra una soluzione anche alle disparità territoriali presenti nello Stivale. In Sardegna, ad esempio, si registra il record di tassi d’interesse applicati ai mutui con una media del 4,12%.
La situazione che si è creata è un circolo vizioso: la crisi ha impoverito le famiglie e ridotto il loro potere d’acquisto; le banche, sempre più diffidenti rispetto ad aziende e privati, faticano a concedere mutui; i costruttori hanno smetto di edificare e quindi non ci sono più i convenienti “mutui del costruttore” di cui si sono servite molte famiglie.
I tassi, con questo circolo vizioso, non riescono a scendere. Si aggiunge a livello nazionale, l’eccessiva tassazione sugli immobili che, stando ad un recente studio di Confartigianato, è anche aumentata: un +107,2% dal 2011 al 2013.
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Il settore immobiliare ha perso il 4,8% dei suoi lavoratori, ma sembra che in tal senso, dal punto di vista delle professionalità coinvolte nella costruzione e manutenzione delle case, qualcosa stia cambiando. Molto si deve al nostrano bonus ristrutturazioni che è stato scelto da mezzo milione di italiani. E poi ci sono i dati sulle compravendite che nel primo trimestre del 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013, sono cresciute dell’1,6%.