Jeff Bezos, capo di Amazon, il colosso dell’e-commerce, è il peggior capo del mondo. A dirlo una classifica stilata dall’Ituc, la confederazione mondiale dei sindacati, basata su un sondaggio che ha coinvolto 20.000 lavoratori in diversi paesi del mondo.
A quanto pare, quindi, Amazon si discosta molto dalle idilliache condizioni di lavoro di altri grandi colossi dell’informatica come, ad esempio, Google, nota per gli alti stipendi dei suoi dipendenti.
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Secondo l’Ituc le condizioni di lavoro nell’azienda di e-commerce sono davvero difficili per i lavoratori, sottoposti a lunghi e faticosi turni di lavoro a stipendi bassissimi e costretti ad indossare un braccialetto elettronico per monitorare le loro mosse.
Al secondo posto della classifica dei peggiori capi del mondo c’è un altro uomo che spesso ha fatto parlare di sé per il suo modo di guidare le sue aziende: si tratta di Rupert Murdoch, patron della News Corporation, la cui fama di uomo d’affari duro e senza troppi scrupoli è nota fin dall’inizio della sua carriera. Chiude il podio Akbar Al Baker, Ceo della Qatar Airways, una delle più grandi e prestigiose compagnie aeree al mondo.
In quarta posizione troviamo Douglas Mc Millon, Ceo e presidente di Wal-Mart; in quinta Jamie Dimon, JP Morgan Chase, seguito in sesta da Lloyd Blankfmen di Goldman Sachs.
Chiudono la classifica dei peggiori capi del mondo Charles Koch, ereditiere e Ceo delle Koch Industries, Lee Kun-Hee, presidente di Samsung (accusato di appropriazione indebita ma comunque ancora al suo posto), e, infine, Ivan Glasenberg, ad di Glencore Xstrata.