Investire nel mattone è sempre stata una priorità e i piccoli risparmiatori non hanno mai cambiato strategia nel corso degli anni, al massimo hanno ridotto il loro impegno economico ma mai hanno dimostrato di non voler avere una casa di proprietà.
I piccoli risparmiatori cambiano strategia e, se per un periodo di tempo limitato hanno pensato di fare soldi anche con i conti deposito o valorizzando i risparmi, adesso si torna a prendere inconsiderazione l’investimento immobiliare. Almeno sul versante privato perché poi gli investitori istituzionali puntano sui BOT, anche in un momento in cui il rendimento è zero. Le famiglie invece guardano alle case. Perché?
I risparmiatori, lasciati da parte strumenti ormai inappetibili come conti deposito, titoli di stato con rendimenti sempre più bassi o libretti di risparmio e buoni fruttiferi, riscoprono il valore della casa. Ad agevolare questo nuovo trend hanno contribuito senz’altro i prezzi in calo delle case che hanno reso accessibili anche gli immobili che un tempo sembravano irraggiungibili.
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In più bisogna considerare l’effetto delle politiche BCE che come abbiamo visto analizzando il QE, hanno inciso sui tassi d’interesse che avendo adesso il segno negativo continuano a rendere interessanti i finanziamenti anche di lungo periodo. I consumatori più accorti, però, valutano surroghe e tassi fissi per rendere il loro investimento sostenibile sul lungo periodo. La politica monetaria ha l’obietivo di favorire la liquidità delle famiglie e garantire loro un accesso al credito più semplice. Ma non basta. Servono anche delle politiche del lavoro che trasformino in consumatori in generatori di reddito.