I rifugiati? In Germania sono un “business”

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Nessuna cattiveria, nessuna malizia. Tuttavia, l’accoglienza dei richiedenti asilo da parte della Germania è da leggere anche in “chiave economica”. Non è un mistero che dietro il nobile gesto teutonico, il quale ha aperto un fronte in un’Europa che reagisce ancora con colpevole ritardo e scollatura ai grandi fenomeni globali, possa avere effetti positivi a livello finanziario.

Nordea vuole guardarci chiaro: così, il suo analista capo Holger Sandte, fa i conti sull’impatto dell’arrivo di ottocento mila richiedenti asilo a Berlino e dintorni. Il celebre economista ha rammentato che gli impatti sono sia di breve che di lunga durata, come sempre accade per gli sconvolgimenti demografici che comportano.

Così, in Germania i rifugiati possono diventare un “business”.

In primo luogo per quanto concerne la crescita del Pil. Per la Germania si stima che il Pil tra 2015 e 2016 possa essere alzato di 1,4 punti percentuali, come si evince dalla spesa pubblica per l’accoglienza dei richiedenti asilo e per i relativi servizi. A lungo termine, tuttavia, il contributo dell’immigrazione a una popolazione che sta invecchiando celermente potrà essere di vitale importanza, principalmente quando i nuovi arrivati si integreranno nel mercato del lavoro tedesco.

Le pensioni di domani (e non parliamo di un “domani” lontano), in Germania come in Italia, saranno in buona parte relative alla capacità degli immigrati di contribuire al welfare del Paese d’arrivo, dal quale attingono in misura infinitesimale rispetto a quanto versano.

Nordea rammenta inoltre che la stima diffusa è che il costo per accogliere un richiedente asilo si aggira sui 12mila euro l’anno. Ciò implicherebbe una spesa complessiva pari 5,4 miliardi di euro, o lo 0,17% del Pil nominale del 2015:

Molti osservatori credono che il numero reale di richiedenti asilo possa superare il milione, in questo modo la spesa pubblica potrebbe essere facilmente superiore. Peraaltro, il disegno governativo è di ricavare questi fondi dal budget senza andare a tagliare altrove, semplicemente riducendo il surplus di bilancio che la Germania registra, anche grazie a spese per interessi da prefisso telefonico: Nordea stimava inizialmente un surplus dello 0,5% del Pil a 15 miliardi, ma si potrebbe ridurre tra 5 e 10 miliardi per far spazio alle nuove spese. La stessa Ue sta comunque valutando di garantire flessibilità di bilancio per chi accoglie.

Cifre che parlano chiaro.

 

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