Nutrire il pianeta. Se è questo davvero il tema dell’EXPO non è possibile che in una manifestazione del genere si sprechi del cibo. Lo sanno anche gli organizzatori dell’esposizione universale che come per molti altri grandi eventi hanno replicato lo schema del riuso, facendo della beneficenza.
Per evitare che l’esposizione universale sia il luogo del cibo sprecato, è stato siglato un accordo con la Fondazione Banco Alimentare che raccoglie e distribuisce il cibo in eccesso. In pratica si recupereranno tutti gli alimenti avanzati e si porteranno alle mense dei poveri.
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Questa buona intenzione richiede anche l’appoggio di più ristoranti, tra quelli presenti nei paesi che espongono all’esposizione universale. Un accordo cui deve fare necessariamente seguito una sistemazione logistica. La raccolta del cibo in eccesso sarà fatta alla fine della giornata, di notte e con l’aiuto dei volontari che passeranno di ristorante in ristorante a recuperare le eccedenza.
Secondo il Corriere della Sera fino a questo momento sono stati recuperati già 200 chili di pane, 500 chili di generi alimentari vari e siamo ad una sola settimana circa dall’inaugurazione. Alla fine del mese di maggio o all’inizio di giugno entrerà nel progetto anche la Caritas milanese che ha deciso di aprire il Refettorio Ambrosiano per la distribuzione del cibo avanzato dall’EXPO.
Un recupero del cibo che deve essere anche un recupero dell’immagine da parte dell’EXPO visto che nei giorni scorsi specie sui social, sono circolate tantissime foto di alimenti finiti nella spazzatura. Mucchi di filoni dentro i sacchetti e a bordo strada? Questa iniziativa deve essere l’occasione per cambiare il volto dell’EXPO e di pari passo per stimolare l’acquisto dei biglietti e la visita dell’esposizione.