Il cloud computing concentra i suoi sforzi sul low cost e va alla ricerca delle piccole e medie imprese. Gli ultimi dati relativi all’andamento del mercato della Nuvola, offerti da un report di Goldman Sachs, registrano che il comparto, a seguito di anni di annunci di trasformazione, è sul punto di una vera rivoluzione.
Durante il 2015 gli investimenti delle aziende in soluzioni cloud non supererà il 5% del totale della spesa, pari a 16 miliardi di dollari. Un buon risultato, in continua crescita, ma al di sotto delle attese. Cinque anni fa, gli analisti, da Gartner ad Analysys Mason, stimavano un incremento molto più sostenuto, che avrebbe dovuto produrre — già oggi — oltre 35 miliardi di dollari di giro d’affari. L’evoluzione, invece, è stata molto più lenta, con le multinazionali ancora timide nell’adottare i servizi Cloud. Ci si consola spostando più in là il traguardo, al 2020, e a 160 miliardi di fatturato, secondo le previsioni dello studio di Goldman Sachs. A farla da padrone saranno le soluzioni Saas, i programmi installati su server remoto, che balzeranno dal 41% al 59% del mercato, per 106 miliardi di dollari; in forte sviluppo anche le Paas, le piattaforme software che includono diversi programmi, in aumento del 22%; e poi le Iaas, l’utilizzo di risorse hardware o virtuali in remoto, previste in ascesa del 13%.
Questa volta gli analisti potrebbero averci azzeccato. Perché nella battaglia, a suon di taglio di costi dei servizi, che si consuma tra Big sulla Nuvola, ne usciranno vincitrici proprio quelle piccole e medie imprese rimaste fuori dalla rivoluzione digitale. L’anno scorso i grandi operatori del Cloud si sono rincorsi in una sfida a inseguimento nel formulare servizi low cost. I prezzi, per alcune tipologie di prodotto, sono calati anche del 60% rispetto all’anno precedente.