Dopo oltre venti anni una grande banca in America ammette il reato di evasione fiscale. È successo negli Stati Uniti dove una delle più grandi banche a livello mondiale, la banca svizzera Credit Suisse ha confermato di aver aiutato i suoi clienti americani più facoltosi ad evadere la mossa del fisco e le tasse.
Il grande gigante svizzero ha quindi accettato di pagare 2,6 miliardi di dollari per chiudere in via definitiva l’indagine aperta dal Dipartimento di Giustizia, in seguito alla prosecuzione di una vertenza aperta da tre anni. In seguito al provvedimento quindi il Dipartimento di Giustizia americano riceverà 1,7 miliardi di dollari, il Dipartimento dei Servizi finanziari di New York riceverà 715 milioni di dollari e la Fed incasserà 100 milioni di dollari.
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Nonostante sia ormai risaputo che molti, cioè centinaia di dipendenti e manager del grande colosso svizzero abbiano aiutato i clienti più facoltosi ad evadere le tasse, il titolo del Credit Suisse ha fatto comunque segnare buoni risultati in borsa.
Il caso del grande gigante svizzero, tuttavia, è destinato a rimanere abbastanza emblematico nella storia della finanza americana, dal momento che si tratta della prima banca sottoposta a giudizio dopo i fatti della grande crisi economica.
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Ai tempi dei grandi fallimenti del 2008, infatti, molti grandi istituti di credito americani sono stati ritenuti troppo grandi e importanti per finire sotto giudizio, mentre il caso del Credit Suisse sembra quasi aver inaugurato una felice tendenza di segno opposto.