L‘Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha recentemente stilato la classifica dei Paesi aderenti all’organizzazione in cui vi è una maggiore incidenza delle tasse sui redditi da lavoro. L’Ocse è cioè andato a mettere nero su bianco quanto incide il famoso cuneo fiscale nei Paesi di sua competenza.
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Secondo la classifica recentemente stilata, dunque, il Paese europeo in cui è più alto il peso delle tasse sui redditi da lavoro è il Belgio, con il 56% di pressione fiscale, seguito poi dalla Francia, dalla Germania, dall’Ungheria e dall’Austria, con cunei fiscali a scalare che scendono fino al 48,9%. L’Italia, in questo panorama, relativo ai redditi di un lavoratore single e senza figli, si situa appena dopo l’Austria, con un cuneo fiscale pressappoco vicino al 50%, ovvero al 47,6% per l’esattezza.
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In Italia, dunque, il cuneo fiscale è stato pari, per l’anno 2012, anno a cui si riferisce la ricerca, alla metà del costo del lavoro. Le medie nazionali, invece, per lo stesso periodo, si sono attestate attorno ad un 35,6%.
Sempre con riferimento alla media italiana, guardando i dati Ocse si scopre che tra il 2000 e il 2012 il valore del cuneo fiscale è aumentato di mezzo punto percentuale, mentre nello stesso periodo lo stesso è diminuito negli altri paesi Ocse di circa l’1,1%.
Leggermente migliore, invece, si presenta la situazione italiana dal punto di vista del peso degli oneri fiscali e contributivi sui nuclei familiari italiani composti da una coppia monoreddito con due figli, che sono più vicini alle medie degli altri paesi Ocse.