Sulle borse di tutto il mondo è calato il gelo dopo la notizia del golpe militare il Egitto. Il Medio Oriente, da sempre un territorio ad elevata instabilità politica, sta per trasformarsi anche in un detonatore finanziario. Il petrolio, infatti, legato al business anche egiziano, accusa il colpo e vola in alto.
►La guerra portoghese contro l’austerity
Le tensioni politiche, anche in Medio Oriente, in Egitto nello specifico, si trasformano in tensione finanziaria e così il golpe dei militari contro il presidente Morsi, impensieriscono gli investitori come anche quella benzina gettata sul fuoco della crisi da Atene e da Lisbona.
►L’economista greco Varoufakis sulla crisi
Insomma le borse tremano per via dell’incremento del prezzo del petrolio che vola verso quota 100 dollari al barile. Una cifra praticamente mai raggiunta da settembre dell’anno scorso. La primavera araba sembra già un’eco lontano. E non basta.
L’Europa, dal punto di vista finanziario, è stata messa a ferro e fuoco. In Portogallo, per esempio, il governo ha deciso di procedere con il rimpasto dopo che una buona parte dell’esecutivo in carica, ha fatto un passo indietro sull’austerity. Le richieste che arrivano da Bruxelles, adesso, non sono più così ben accolte.
Un discorso analogo va fatto per Atene messa alle strette sempre dall’Europa. Le borse, intanto, perdono terreno e Piazza Affari, solo per citare il mercato più vicino, chiude le contrattazioni con il -0,50%.