Il governo Letta, in ritiro “spirituale” in Toscana, ha già annunciato che i prossimi provvedimenti in programma riguarderanno l’IMU e l’IVA, ma con che soldi si possono attuare queste riforme?
Il neo premier sa che il suo obiettivo è quello di fare le riforme necessarie al paese. In primo luogo bisogna affrontare la legge elettorale ma dovranno essere messe in campo anche delle riforme istituzionali. Sulle riforme di natura economica, invece, c’è ancora un po’ di maretta, nel senso che soltanto l’IMU si sa che dovrà essere modificata.
L’IMU potrebbe essere addirittura abolita, ma più che andare a mettere le mani sulla prima casa, molti politici vorrebbero rilanciare l’economia e quindi usare un buon quantitativo di risorse per diminuire l’IRAP, l’imposta sulle attività produttive. L’aumento dell’IVA, invece, è fuori discussione: dal primo luglio passerà dal 21 al 22 per cento, così com’è stato programmato dal governo Monti l’autunno scorso.
Facendo un discorso meramente finanziario si scopre allora che se il governo Letta decidesse di abolire l’IMU e restituire una parte dell’imposta comunale sugli immobili, già pagata nel 2012, dovrebbe andare alla ricerca di ben 8 miliardi di euro. Soltanto la sospensione della rata di giugno dell’IMU vale 2 miliardi di euro. L’aumento dell’IVA, da luglio per i primi sei mesi, quindi fino al dicembre 2013, dovrebbe portare nelle casse dello stato circa 2,1 miliardi di euro che a regime, nel 2014, dovrebbero diventare 4,2 miliardi in un anno.