Una delle misure approntate dal Governo per la riduzione dell’ingente debito pubblico italiano, che ha recentemente superato i 2 mila miliardi di euro, sarà quella del rientro dei capitali italiani trasferiti all’estero per sfuggire alla tassazione nazionale.
Ne ha parlato, proprio oggi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, in seguito al giudizio espresso dall’Eurogruppo sul piano di privatizzazioni italiano e sugli sforzi di consolidamento fatti dal nostro Paese.
> La Legge di Stabilità non sarà modificata secondo Saccomanni
L’Unione Europea ha infatti richiesto all’Italia un maggiore impegno sul fronte della riduzione del debito, attraverso l’applicazione di riforme strutturali che permettano una riduzione progressiva.
> L’UE approva il piano di privatizzazioni ma richiede riforme strutturali
A margine della legge di Stabilità compare quindi anche il nuovo piano di rientro dei capitali esteri, che non sarà né un nuovo scudo fiscale né una sorta di condono. Alle somme sfuggite al Fisco che torneranno in Italia sarà applicata una sanzione che prevede un aliquota pari al 12 per cento, più basse di quelle applicate nel Regno Unito o in Austria, in cambio dei nomi dei consulenti che hanno appoggiato il trasferimento dei patrimoni in Svizzera.
Da questo piano il governo prevede un recupero di 5 miliardi di euro nel 2014 e una entrata fissa di circa 300 milioni di euro per gli anni a venire. Non saranno inoltre previste forme di anonimato dei contribuenti ma sanzioni ridotte per chi effettuerà la dichiarazione spontanea al Fisco.
Entro il 15 dicembre 2013 l’Agenzia delle Entrate pubblicherà la circolare sulle modalità del rientro dei capitali. Si restringe quindi il cerchio attorno ai patrimoni illegali e ai conti anonimi.