Il Nuovo Redditometro, lo strumento di cui si sta avvalendo da alcuni mesi l’Agenzia delle Entrate per effettuare i controlli di veridicità sui redditi dei contribuenti italiani, ha superato l’esame del Garante per la Privacy. Ma la sua promozione è stata una promozione con riserva, che non potrà avvenire a meno dell’apporto di alcune importanti modifiche allo strumento che sono state ritenute necessarie dall’Autorità.
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Le modifiche suggerite dall’Autorità per la tutela della privacy riguardano in particolare la riduzione dei rischi generati dall’utilizzo dei dati personali dei contribuenti e il miglioramento dello strumento del Redditometro nei confronti della lotta all’evasione fiscale.
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In particolare, le attenzioni del Garante per la Privacy si sono concentrate su alcuni aspetti specifici del funzionamento del Redditometro, riassumibili nei seguenti punti:
- la profilazione dei contribuenti
- l’utilizzo delle spese medie Istat
- l’applicazione del cosiddetto “fitto figurativo”
- la necessità di avvalersi di dati esatti
- le modalità di presentazione dell’informativa ai contribuenti
- le modalità del contraddittorio.
Tra questi punti, sui quali l’Autorità per la tutela della privacy ha rilevato la presenza di profili di criticità, l’attenzione del Garante si è concentrata in modo particolare sull’utilizzo delle spese medie Istat per la quantificazione delle spese presunte dei contribuenti, giudicata non corretta.
Alcune delle criticità sollevate dal Garante sono state quindi già risolte dall’Agenzia delle Entrate, altre invece, saranno oggetto di un intervento successivo all’emanazione del presente provvedimento.