150 milardi di credito nei prossimi quattro anni. Un piano ben preciso per incrementare il capitale e un prototipo di banca che sia moderno, e che presti attenzione al pacchetto clienti. Ecco il programma stilato da Intesa San Paolo nei prossimi quattro anni.
Un modello di banca che procura reddito per i suoi investitori istituzionali, che desiderano sempre di più risultati concreti.
Questo è l’obiettivo del numero uno di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ha fornito qualche anticipazione sul futuro della banca, in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto sui distretti industriali. Un’esigenza particolarmente sentita oggi, dopo l’ingresso dell’americana BlackRock nel capitale.
Il numero uno dell’istituto, primo in Italia per numero di sportelli, ha infatti dichiarato che gli indicatori della crescita nei prossimi anni saranno due: la diminuzione delle sofferenze, da un lato, e l’offerta del credito dall’altro. Messina ha anche quantificato quest’ultimo obiettivo, segnalando che, nei prossimi quattro anni, l’offerta di credito al netto dei finanziamenti arriverà a 150 miliardi di euro. Un’offerta che riguarderà crediti non “malati” (senza sofferenze) e che richiederà un presupposto fondamentale, l’esistenza di una domanda di credito sana.
Ne deriva che il modello di business retail proseguirà nell’essere quello che ha assicurato il successo in questi anni di crisi, quello della Banca dei Territori, incentrata sul territorio, sulle imprese e sulle famiglie, con qualche opportuna modifica a livello organizzativo, che garantisca una semplificazione geografica e dei marchi del gruppo. Il CEO di Intesa Sanpaolo ha commentato anche l’ipotesi bad bank, vale a dire il veicolo in cui dovrebbero confluire tutti i crediti deteriorati, per un valore di 55 miliardi di euro, di cui si parlerà in occasione del prossimo piano industriale.