Stanno avendo conferme le previsioni degli analisti che hanno sconfessato una ventata di aumenti generalizzati per l’oro. Il metallo giallo, sebbene non abbia perso lo status di bene rifugio, è molto più insensibile agli acquisti delle banche centrali e subisce molto di più le vendite sul mercato.
L’oro, da dieci anni a questa parte, ha visto aumentare in modo incredibile le quotazioni per poi perdere terreno in modo altrettanto veloce. Il rally sembra adesso in una fase di stallo e i rialzi previsti all’inizio dell’anno potrebbero non essere confermati nei consuntivi di fine anno.
I rialzi dei prezzi alla fine del 2012, sono stati complessivamente del 5 per cento. Per il dodicesimo anno consecutivo si archivia un’annata in positivo ma i rialzi sono i più bassi dal 2008 a questa parte e, soprattutto, sono inferiori a quelli della maggior parte delle materie prime.
Il prezzo dell’oro, in seguito all’intensificarsi delle vendite, è arrivato a 1661 dollari l’oncia, dopo aver toccato un picco negativo al 1636,23 dollari. Questo movimento è dovuto ad un maxi ordine di vendita al Comex che ha instaurato una reazione a catena.
Il prezzo dell’oro è rimasto poi insensibili all’annuncio della banca centrale brasiliana che in tre mesi ha raddoppiato le sue riserve auree portandole a 2,16 milioni di once.