Avanza l’ipotesi di un esecutivo Renzi, all’indomani delle dimissioni irrevocabili di Enrico Letta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Segretario del Pd avrebbe già pronta la sua lista dei Ministri. L’accelerazione della crisi, aggiunta all’ipotesi del conferimento dell’incarico, ha provocato una chiusura del lato tecnico del Governo che ha lavorato ai capitoli più importanti del programma economico.
Un programma articolato, passibile di variazioni non solo al momento del confronto con gli alleati, ma anche quando verranno scelti i futuri ministri dovrà però uscire fuori. Nelle prime settimane sarà un programma a stretto raggio. Entro febbraio, alla vigilia delle nuove stime macroeconomiche dell’Ue, il governo dovrà indicare i primi risultati previsti per l’anno in corso su privatizzazioni e revisione della spesa.
Queste cifre influiranno su traiettoria del debito e sull’apertura della clausola di flessibilità sulle spese per investimenti co-finanziate. In quest’ottica il piano economico del nuovo esecutivo (guidato da Renzi?) promette di effettuare interventi forti e coraggiosi in relazione al taglio della spesa corrente già a partire dal primo semestre 2014.
Si procederebbe oltre i primi tre miliardi di supplemento indicati nel documento firmato da Enrico Letta con il nome di Impegno Italia, vincolando tutta la dote a un taglio strutturale e permanente di Irap e Irpef.
Bisogna dunque uscire dalla glaciazione dei consumi che ha colpito l’economia domestica e, per questo, il futuro governo vuole lasciare più soldi ai lavoratori.
Il tema, sicuramente delicato, non passerà inosservato al Nuovo Centro Destra. Alfano vorrà dire la sua, ad esempio rilanciando su forme di sgravi calibrate su nuclei familiari più numerosi.