Il Censis ha analizzato da vicino la ricchezze degli italiani nel Bilancio di sostenibilità del welfare italiano, 2014-15 e si è fatta un’indagine da vicino del rapporto tra redditi mensili e spese che riportiamo di seguito.
La crisi ha colpito duramente i redditi familiari. Nel periodo 2007-2012, essi hanno sperimentato una caduta verticale che ha costretto le famiglie ad una ridefinizione delle abitudini di acquisto e consumo, ad un mutamento radicale degli stili di vita, con una generalizzazione di alcune pratiche di contenimento degli sprechi e di sobrietà che in passato erano appannaggio di piccole minoranze (tab. 1).
Si sono avuti tagli a sprechi ed eccessi anche nelle spese di base, ad esempio quelle alimentari, ridimensionamenti delle spese voluttuarie, downsizing dei volumi e corsa al low cost, recupero di comportamenti improntati a temperanza nei consumi e forme di riciclo, riutilizzo, o prolungato utilizzo di beni non rinnovabili.
La sostenibilità dei bilanci familiari si è imposta in questi anni come una urgenza, un esercizio ineludibile al quale i nuclei familiari hanno dovuto sottoporsi. Alla luce di queste dinamiche, è parso opportuno chiedersi quali effetti un simile contesto di crisi ha generato sulla sostenibilità economica delle famiglie e più precisamente se e in che misura il reddito mensile delle famiglie sia oggi in grado di coprire abitualmente le spese.
Dai dati dell’indagine sulla popolazione emerge che (fig. 1):
- oltre il 21% delle famiglie intervistate dichiara che il reddito familiare mensile di solito copre le spese e consente loro di risparmiare qualcosa;
- il 38,7% va in pari;
- poco più del 19% dichiara di andare normalmente in pari, a meno che non capitino più volte consistenti spese impreviste, dell’ordine di 400 euro;
- quasi il 21% delle famiglie non riesce a coprire le spese con il reddito mensile disponibile.
Tutto può essere riassunto anche a livello grafico con lo schema di seguito.