Sull’abbassamento delle tasse non si può fare affidamento visto che non dipendono da una decisione univoca. Per esempio adesso si prende nota dell’aumento degli addizionali regionali. Ecco in che modo si dovrà versare qualcosa in più alle amministrazioni locali.
Una buona notizia, quella data dalla CGIA di Mestre: non tutte le regioni hanno ritoccato al rialzo i loro addizionali IRPEF. Per alcuni cittadini ci sarà da versare qualche euro in più ma la situazione non è generalizzata. L’analisi che la CGIA fa della situazione è questa:
L’anno di riferimento di questa elaborazione è quello di competenza: pertanto, il pagamento effettivo avverrà l’anno successivo: nello specifico, l’importo delle addizionali regionali Irpef del 2014 viene versato quest’anno e quello di competenza per l’anno in corso nel 2016.
Sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:
“Va segnalato che la quasi totalità delle regioni ha deciso di non aumentare l’aliquota fino al livello massimo. Dal 2015, infatti, i governatori hanno la possibilità di elevarla sino al 3,33 per cento: opzione che è stata sfruttata solo dal Piemonte, per i redditi oltre i 75.000 euro, e dal Lazio. Ricordo, inoltre, che la legge di Stabilità ha tagliato 3,5 miliardi di euro di trasferimenti alle regioni a statuto ordinario. Nonostante ciò, non aver agito sulla leva fiscale dimostra che la stragrande maggioranza dei Presidenti ha operato con un grande senso si responsabilità nei confronti dei propri residenti.”
La situazione è così ripartita:
- Regioni che hanno aumentato le addizionali Irpef: Lazio; Liguria; Piemonte.
- Regioni che hanno ritoccato leggermente le addizionali Irpef: Emilia Romagna; Lombardia; Provincia Autonoma di Trento.
- Regioni che hanno diminuito le addizionali Irpef: Calabria; Molise.
- Regioni che non hanno modificato le addizionali Irpef: Abruzzo; Basilicata; Campania; Friuli Venezia Giulia; Marche; Provincia Autonoma di Bolzano; Puglia; Sardegna; Sicilia; Toscana; Umbria; Valle d’Aosta; Veneto.