Un milione di occupati in meno rispetto a sei anni fa. Continua a salire il tasso di disoccupazione. In Italia, nel mese di gennaio, è schizzato al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali su dicembre e di 1,1 su base annua. Intanto, nella media dei Paesi Ue rimane al 12%. I disoccupati raggiungono i 3,3 milioni nel 2013, per un + 13,4% in confronto all’anno precedente.
Questo è un aumento che contempla entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni. A rilevare l’aumento è l’Istat (dati provvisori), che mette in risalto il fatto che si tratta del tasso più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Matteo Renzi, su Twitter, commenta così: “La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct #lavoltabuona”.
Preoccupa il dato della disoccupazione giovanile (15-24 anni). Nel 2014, sulla scia di un’incremento generale, il tasso aumenta di 0,7 punti. Ancora una volta, inoltre, la situazione è particolarmente critica a Sud. Il meridione rimane l’area con più inoccupati. Il numero, in totale, è salito vertiginosamente. Basti pensare che rispetto al 2008, ci sono un milione di inoccupati in più.
Sull’emergenza occupazione del resto pressano le istituzioni e gli organismi europei. Dalla commissione europea alla Bce. Il Jobs act contiene diverse proposte che vanno dal taglio del cuneo fiscale al contratto d’inserimento e dunque alla revisione complessiva degli ammortizzatori sociali. Ovviamente non tutte verranno realizzate contemporaneamente. Il taglio al costo del lavoro nella misura di dieci miliardi è la proposta forte con cui il premier vuole dare una prima scossa all’economia.