Il Vaticano, controcorrente rispetto a quello che accade nel resto d’Italia, ha deciso di stoppare tutti i pagamenti che non siano in contanti nel territorio papalino. Il che vuol dire che tutti i sistemi POS che sono gestiti dalla Deutsche Bank ma non sono stati autorizzati da Bankitalia, saranno sospesi.
E’ stata proprio l’autorità di via XX Settembre a disporre la sospensione spiegando che da Deutsche Bank Italia non è mai arrivata la richiesta d’autorizzazione per l’apertura dei POS. Nel 2012, la domanda inviata dall’istituto di credito è stata respinta.
In pratica, all’interno dello Stato Vaticano, nel quale è compreso anche il famoso polo museale, sarà consentito soltanto l’uso dei bancomat interni che, per la cronaca, sono quelli rilasciati dallo IOR. La sospensione è in vigore dal primo gennaio, momento in cui tutti i cittadini che vogliono approfittare dei prezzi “agevolati” offerti dallo Stato Vaticano, devono munirsi di documenti e contanti.
Non sono più ammessi pagamenti con le carte di credito o con i bancomat emessi da un istituto di credito italiano o estero. Si paga in contanti nella farmacia presentando impegnativa del medico e documento d’identità, si paga in contanti anche nei negozi di abbigliamento e di tecnologia, e si paga in contanti ai Musei Vaticani.
Per capire quanti soldi cash transiteranno nelle mani degli operatori, è sufficiente riportare il volume d’affari dei Musei stessi dove nel 2011 erano stati incassati circa 91,3 milioni di euro, in virtù delle spese effettuate da 5 milioni di turisti.
Il Vaticano potrà quindi dotarsi di altri POS ma non appartenenti alle banche italiane per via delle norme sul riciclaggio di denaro.