Dal risultato delle elezioni dipende anche il rating che le agenzie che determinano questo “indice” assegnano al nostro paese. Il fatto che si profili un governo di centro sinistra con un’opposizione formata dalle new entry del Movimento a 5 Stelle, spaventa i mercati. Almeno questo è quello che hanno detto diversi analisti.
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In realtà all’estero, a metter in crisi la credibilità dell’Italia, ci aveva pensato Berlusconi. L’ex premier era malvisto da diversi capi di stato. La stessa Germania, alla fine, aveva deciso di prendere una posizione chiara sull’argomento. Quindi, è probabile, che a pesare sul rating sia più la conferma del PdL da parte dell’elettorato, quanto piuttosto il ruolo che avranno PD e Movimento a 5 Stelle nella prossima legislatura.
Se volessimo allontanarci dall’ambito euristico per rimanere incollati alla realtà e alla praticità del rating, dovremmo valutare le considerazioni di Fitch e Moody’s.
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La prima delle due agenzie di rating ha detto che il quadro delineato dalle elezioni fa pensare ad un periodo piuttosto lungo di instabilità politica per l’Italia. A questo aspetto si deve aggiungere l’incertezza economica e fiscale. Presto, secondo Fitch, ci sarà un nuovo downgrade dell’Italia per cui a dicembre era stato confermato il rating A- con outlook negativo.
Moody’s è sulla stessa linea d’onda dell’agenzia Fitch e conferma che il rating italiano è a rischio visto che si potrebbe presto tornare alle urne con l’interruzione della scia di riforme avviata da Monti.