Quando si va in affitto, cioè quando si stipula un contratto di locazione per un immobile ad uso abitativo, gli inquilini sono tenuti al pagamento di una serie di imposte. In via preliminare, quindi, ricordiamo che non ci occuperemo in questo post di altri casi possibili di locazione, come quelli in cui si affittano fabbricati strumentali o fondi rustici, che ricadranno all’interno di un’altra serie di regole.
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Quali imposte si deve pagare quando si va in affitto
Nel caso più comune quindi in cui un privato affitta una casa o un appartamento per abitarci, l’inquilino è tenuto al pagamento di una serie di imposte, alcune delle quali sono di competenza dell’Agenzia delle Entrate, altre di competenza comunale. Le imposte di competenza dell’Agenzia delle Entrate sono quelle che si pagano per la registrazione del contratto di locazione e sono le seguenti:
- l’imposta di registro
- l’imposta di bollo.
Le principali imposte di competenza comunale, invece, alcune delle quali si pagano a partire proprio dal 2014 sono la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili erogati dai comuni e la tassa sui fumi – dovuta in tutti i casi in cui si abbia una caldaia installata in casa.
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Per il calcolo di questa serie di imposte si utilizzano nel caso delle prime due imposte le tabelle messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e si pagheranno poi attraverso un Modello F23, mentre per la Tasi e la tassa sui fumi si possono utilizzare bollettini bianchi da compilare. La sola Tasi si può pagare anche tramite il Modello F24.