Sono i nativi digitali a colonizzare totalmente l’universo delle imprese. Durante il primi semestre dell’anno in corso, infatti, il 24% è appannaggio degli under 30, mentre il 17% è appannaggio degli under 35: a confermarlo sono una serie di dati elaborati da Unioncamere.
Più del 41% delle nuove imprese sviluppatesi durante primi sei mesi del 2014 sono state create da giovani coetanei di Mark Zuckerberg, fondatore del social network Facebook. Tuttavia, come mostra l’indagine realizzata dal centro studi di Unioncamere e diffusa in occasione di Job&Orienta, il Salone nazionale sull’orientamento, non basta avere meno di 35 anni per essere innovativi.
Tra i giovani capitani d’azienda, infatti, i veri “smanettoni” sono rintracciabili tra i laureati, che si rivelano assai più propensi degli altri all’utilizzo dei social network e all’offerta di servizi on line, tra i quali anche l’e-commerce.
Delle 90.200 vere nuove imprese nate nel primo semestre 2014, il 24% è opera di giovani meno che trentenni e un ulteriore 17% di 30-35enni. Spiegano gli esperti di Unioncamere:
Gli under 35 in poco meno del 20% dei casi sono laureati e nel 51% sono diplomati (45% gli over). Uomini in oltre 7 casi su 10, i giovani neoimprenditori aprono una impresa prevalentemente nel settore commerciale (32%, quanto gli “anziani”) e nei servizi alle imprese (20% entrambi). Le imprese “giovani” nascono piccole (87% le ditte individuali, contro l’80% degli over 35), in quasi l’89% dei casi con al massimo 2 dipendenti (87% nelle altre classi di età), sono più presenti al Sud (47%) e nel Nord Ovest (25%) e partono con pochi soldi: solo 5mila euro l’investimento inziale per il 55% delle start-up, ma, in questo aspetto, l’età davvero non fa la differenza visto che analoga è la quota tra gli over 35.