Imu: in arrivo il decreto per le dichiarazioni degli enti non profit

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 Stanno per allargarsi le misure atte all’esenzione dall’Imu delle scuole paritarie, mentre diventano molto più rigidi i criteri per le attività ricettive. La nuova modifica dei parametri necessari a individuare chi deve pagare e chi invece è esentato dall’Imu nel ‘non profit’ arriva dalla bozza del decreto sulla dichiarazione per gli enti non commerciali, accompagnata da corpose istruzioni che hanno tutto l’aspetto di una circolare.

Il testo preparato dall’Economia, che deve essere varato in tempi stretti per consentire ai contribuenti di rispettare la scadenza fissata dalla legge al 30 giugno non si limita a indicare come compilare il modello, ma torna sulle regole di fondo già affrontate con il decreto 200/2012. Il problema, che accompagna l’Imposta municipale unica per gli enti non profit dalla sua introduzione con il Decreto legge 1/2012 al fine di contrastare la procedura di infrazione Ue sugli aiuti di stato concerne sempre i criteri di esenzione.

Scuole

Il decreto, ancora in fase embrionale, trova un nuovo parametro: il costo medio per studente. Per individuare le attività didattiche svolte con modalità non commerciali, dunque meritevoli di esenzione, il decreto 200/2012 chiedeva che il servizio venisse erogato a titolo gratuito o con rette simboliche, sconnesse di fatto dal servizio o comunque in grado di coprire solo una fetta dei suoi costi.

Per offrire un parametro oggettivo, le bozze del nuovo decreto contemplano il confronto tra rette medie chieste alle famiglie e costo medio per studente.

Il dato, secondo il Ministero dell’Istruzione, è collocabile sopra i 7.600 euro. Quando le tariffe medie sono inferiori al costo medio targato Miur, secondo le nuove istruzioni, l’attività non è commerciale e quindi l’Imu non deve essere pagata.

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