Scadeva ieri il termine ultimo per il pagamento dell’acconto di Imu e Tasi. Se non è stato possibile rispettare la scadenza del 16 giugno, tuttavia, si può ancora rimediare e mettersi in regola con un costo davvero irrisorio.
Per chi salderà l’acconto entro il 30 del mese, le sanzioni sono ridotte ai minimi termini grazie al “ravvedimento sprint”. Possibile comunque mettersi in regola anche successivamente approfittando del ravvedimento operoso che può essere utilizzato entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.
Due, dunque, le possibili opzioni:
Ravvedimento sprint con sanzioni minime
La prima opportunità è quella di pagare entro 14 giorni dalla scadenza del termine originario, quindi entro il prossimo 30 giugno. Chi sceglie questa opzione dovrà versare solo una sanzione pari allo 0,2% del tributo per ogni giorno di ritardo (ossia 2 centesimi in più ogni 10 euro), più gli interessi legali, maturati fino al giorno del pagamento. Attualmente il tasso di interesse è pari allo 0,5% all’anno, ossia 0,013 centesimi al giorno ogni 10 euro dovuti. Di fatto non si pagano interessi finché non si raggiungono i 5 centesimi, dato che l’importo del tributo deve essere arrotondato all’euro. Quindi se l’importo dovuto come imposta fosse, ad esempio, di 300 euro, pagando il prossimo 30 giugno si dovrebbe versare un totale di 306,39 euro, quindi solo 6 euro in più, visto gli arrotondamenti, rispetto alla cifra dovuta.
Il ravvedimento lungo
Superato il termine del 15 luglio scatta il ravvedimento lungo. La sanzione in questo caso è pari al 3,75% più gli interessi legali. Termine ultimo per poter mettersi il regola il 30 giugno 2016, data di scadenza della presentazione della dichiarazione Imu e Tasi annuale (se dovuta).