L’IMU, il cui saldo scadrà a breve, è sicuramente una delle tasse peggio digerite dagli italiani che sembra aver paralizzato perfino il comparto immobiliare, da sempre caratterizzato dalla profonda vitalità. L’IMU dovrà essere pagato anche dagli enti non commerciali.
Per capire di cosa si tratta e cosa devono pagare, il dipartimento delle Finanze ha pubblicato l’ennesima risoluzione, la numero 1/Df del 3 dicembre. In questo documento si precisa che l’esenzione dell’imposta IMU è valida per gli enti non commerciali che svolgono la propria attività senza scopo di lucro.
In tutto questo discorso, in ballo, ci sono le tasse dovute dagli enti ecclesiastici e l’esenzione proporzionale per chi usa in modo misto gli immobili.
Capire se un ente ecclesiastico deve pagare o è esente dall’IMU non è facile perché dire che svolge un’attività senza scopo di lucro è quanto meno lapalissiano. Per legge, allora le organizzazioni senza scopo di lucro che possono fruire dell’esenzione, sono quelle che hanno adeguato atti costitutivi e statuto ai requisiti definiti nel Regolamento del 2012.
Hanno una disciplina propria gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti che possono non rispettare tutte le disposizioni del codice civile riguardo costituzione, struttura, amministrazione ed estinzione. Questo vuol dire che non hanno uno statuto e quindi, in sostituzione, devono strutturare un regolamento, come fosse una scrittura priva a conforme.
Dal primo gennaio 2013 entrerà in vigore la normativa che disciplina i casi di uso misto dei locali con l’imposta calcolata in base ai requisiti e ripartita proporzionalmente in base all’uso.