A partire dall’ inizio del 2013 sono state circa 42 al giorno le imprese italiane costrette al fallimento dalla morsa della crisi economica che ha investito il Paese.
I dati relativi ai crack e alle chiusure sono andati, infatti, decisamente peggiorando da gennaio ad oggi. Lo rileva Cerved Group, che per il Sole 24 Ore monitora ogni giorno la precaria e ormai compromessa situazione dell’ imprenditoria italiana, prevedendo che, qualora non si verificassero alterazioni in quello che sembra ormai essere un trend di stagione, il numero delle imprese fallite entro fine 2013 ammonterebbe a più di 14 mila unità, cioè circa 2000 realtà in più rispetto ai numeri del 2012.
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Il numero dei fallimenti in Italia è dunque in crescita del 12,2% e, solo nelle ultime settimane, addirittura del 16,2% rispetto ai dati relativi all’ anno precedente.
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Le cause di questo preoccupante fenomeno sono da rintracciare, però, in una serie congiunturale di elementi negativi, che disegnano un quadro sicuramente non entusiasmante dell’ intera economia italiana: il costante calo della produzione industriale che dura oramai da molti mesi consecutivi, la pesante riduzione dei consumi e degli investimenti produttivi, la frenata nel settore delle esportazioni, l’ incremento delle ore della cassa integrazione e i blocchi ancora operanti sulla concessione del credito.