Speriamo si torni a parlare di inflazione su base mensile, con dunque una pubblicazione pari o superiore allo 0.5% atteso e precedente. Altrimenti dovremmo continuare a parlare di disinflazione anziché di inflazione. Accademicità a parte, anche se dovessimo assistere a miglioramenti di questo dato, la situazione reale continuerebbe ad essere preoccupante e la BCE dovrebbe tenersi pronta ad agire sul fronte tassi e QE (una mossa da effettuare, sempre che si deciderà di farlo, in concomitanza a nostro parere per cercare di sortire degli effetti reali e soprattutto di creare delle aspettative razionali di potenziale efficacia di tali manovre di politica monetaria) spiega Matteo Paganini di DailyFx. In caso di inflazione inferiore alle aspettative l’euro potrebbe andare a perdere inizialmente terreno per poi non escludere un recupero, mentre in caso di dato maggiore rispetto alle aspettative è possibile valutare delle risalite della moneta unica europea, che continua ad essere in posizione di forza relativa nei confronti del dollaro americano.
> L’inflazione è ancora bassa con una crescita dello 0,4% annuo
In Cina questa notte sono stati rilasciati i dati relativi al Pil, alle vendite al dettaglio ed alla produzione industriale, dati che non si sono mossi in maniera particolare rispetto alle aspettative e che dunque non sono intervenuti come market mover sui prezzi di yuan e dollaro australiano. Il GDP ha fatto registrare un 7.4% contro un 7.3% di attese, le vendite al dettaglio un 12% contro un 11.9% di consensus mentre la produzione industriale un 8.7% contro aspettative pari a 8.8%.
> In Gran Bretagna l’inflazione scende
Lo yuan (scambiabile sulle piattaforme FXCM) continua a rimanere sotto pressione nei confronti del dollaro americano, con i prezzi che stanno congestionando all’interno di una zona tecnica che si muove tra 6.1750 e 6.2300, con tentativi di nuovi massimi del dollaro, mentre sul fronte australiano abbiamo assistito a piccoli recuperi che possono essere ricondotti a motivazioni tecniche.