Il calo dell’inflazione, spesso, è auspicabile per il nostro paese. I dati di giugno parlano di un calo dell’indice inflazionistico ma di una persistenza agli stessi livelli di spesa. In pratica i prezzi dei prodotti e dei servizi non sono più in aumento. Se prima si parlava di una crescita dell’1,2 per cento dei costi, adesso siamo arrivati ad una crescita dell’1,1 per cento.
►La FED mantiene invariati i tassi
Ma non per tutte le categorie di beni visto che quelli più richiesti hanno un prezzo in salita del 2 per cento. Basta pensare all’aumento continuo del costo dei carburanti. Riassumendo: ha subito una battuta d’arresto la crescita dei prezzi ma non per il cibo e i carburanti che invece continuano ad avere costi eccessivi, anche in aumento del 2 per cento a luglio.
In termini percentuali si tratta dell’aumento maggiore registrato da marzo ad oggi. Il primo trimestre dell’anno, però, era stato chiuso con un tasso d’inflazione superiore a quello attuale, si parlava dell’1,6 per cento rispetto all’1,1 per cento di luglio.
►Il PIL crescerà ancor meno del previsto
L’ISTAT ha fatto notare come sia ancora preoccupante il rincaro del prezzo dei carburanti. La benzina per esempio costa lo 0,9 per cento in più di giugno ed ha complessivamente un costo dello 0,3 per cento superiore a quello registrato nel 2012.