Buone notizie per quanto concerne l’inflazione. Durante il mese di maggio, l’indice dei prezzi al consumo ha fatto registrare un incremento pari allo 0,1% in confronto allo stesso mese dello scorso anno.
A rilevarlo è l’Istat, che rivede tuttavia al ribasso le stime preliminari che facevano rilevare un +0,2%. Il segno più arriva dopo quattro mesi consecutivi di valori negativi. Lo stesso incremento dei prezzi è stato tracciato dall’Istituto anche rispetto al mese precedente.
La ripresa dell’inflazione, dopo quattro mesi consecutivi di valori negativi, sempre secondo quanto rilevato dall’Istat, è dovuta principalmente all’ulteriore ridimensionamento della flessione su base annua dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-7,2%, da -8,7% di aprile) e all’accelerazione della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi, dovuta in particolare all’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,8%, da -0,6% di aprile).
Il cosiddetto carrello della spesa, cioè i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,1% su base mensile e registrano una crescita su base annua stabile allo 0,8%. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,3% in termini sia congiunturali sia tendenziali (ad aprile il tasso annuo era nullo).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'”inflazione di fondo” fa registrare una risalita (+0,6%, da +0,3% di aprile); al netto dei soli beni energetici, si porta a +0,8% (era +0,6% il mese precedente). L’aumento su base mensile dell’indice generale è da ascrivere principalmente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,8%) – per effetto dei rialzi dei carburanti – e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), con particolare riguardo a quelli ricettivi.